RECENSIONE "SGHEMBESTORIE" di Valentina Luberto



                                              *IL TUO SUPERPOTERE É LA FANTASIA*

 "'Sghembestorie' è una raccolta di racconti che in comune hanno il tratto surreale che li caratterizza, anche per questo sono introdotti dalla citazione di Magritte. Ho deciso di chiamarle 'Sghembestorie' perché è come se ognuna di esse abitasse un piano tutto suo, apparentemente distante dalle altre eppure così vicino nella sua sospensione tra reale e irreale e nella capacità di coinvolgere la parte più profonda del lettore. Anche il carattere surreale delle singole storie, nonostante la sua impalpabilità incide sulla parte più vulnerabile di chi le incontra: i sentimenti, le paure, l'immaginazione lasciando, a fine lettura, la sensazione e la volontà che quelle parole non svaniscano con l'ultima riga d'inchiostro, ma permangano per poterle ritrovare sempre in un angolo di sé." 


Premessa, questo non è un romanzo ma una raccolta di racconti non intimamente collegati tra loro.



Era da tanto che non mi approcciavo a questo genere che sicuramente, passatemi la frase, può non piacere a tutti.
Per alcuni, infatti, potrebbe essere fonte di disturbo l'assenza di un personaggio onnipresente in tutta la storia, ma questa indicata è una caratteristica propria dei romanzi, della narrativa scritta in prosa.

Quello che ammette Valentina, all'inizio di Sghembestorie è "Questa storia, forse, non ha né capo né coda".

A volte avrete l'impressione di esservi persi, ed è proprio questo il bello. Mi ha dato la sensazione di essere immersa in un retelling di "Alice nel paese delle meraviglie".

Se ci pensate Carroll è partito da una fiaba per bambini e l'ha trasformata in pura follia.
L’arte surrealista ha il pregio di costringere lo spettatore ad andare al di là di ciò che l’occhio vede, per mostrare una realtà diversa che esiste in un universo che non può essere toccato, ineffabile come un sogno o reale come il mondo visto con gli occhi di bambino.

I maggiori esponenti sono Magritte e Dalì e di fatti sono presenti nel romanzo.
Pensate a René, il protagonista della prima storiella, ispirato a René Magritte appunto.

Salvador Dalì, il grande artista surrealista del Novecento, oltre a dipingere quadri e partecipare a produzioni cinematografiche, illustrò anche alcuni grandi classici della letteratura.
Fra questi ci fu anche un’edizione, del 1969, di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll.

Insomma, un circolo senza fine!

I miei racconti preferiti di Sghembestorie sono stati in assoluto:In una notte come tante e nessuna e L'esperto che sapeva cucinare le cialde, forse.

In una notte come tante e nessuna l'autrice si è ispirata a un quadro di Dalì (quale non ve lo svelerò, sarete voi a scoprirlo). Protagonisti un cavaliere che non si pronuncia su alcuna questione, detto appunto "L'impronunciabile che non si pronunciava" il pianista invisibile e la dama

L'esperto che sapeva cucinare le cialde, forse inizia con un sproloquio del protagonista che di tutto parla tranne che di concretezza. Farete fatica a seguirlo, straparla e si perde nei suoi commenti. 


Una cosa che ho assolutamente apprezzato è l'impaginazione! Credo che in questi caso e mi riferisco alle raccolte di racconti, uno stile accattivante per quanto riguarda l'impaginazione sia fondamentale.
Ogni capitolo inizia con un'illustrazione collocata sotto il titolo, la quale va a simboleggiare e richiamare il contenuto e il tema della mini-storia. 

L'ho trovata una scelta molto curata e super graziosa se si considera che queste illustrazioni sono state realizzate a mano dall'autrice.

Perché mi è piaciuto Sghembestorie? Perché è come osservare un quadro, chiunque può farlo e ognuno può darne una libera interpretazione perché non esisterà mai una risposta sbagliata!


«Perchè i sogni vanno espressi, bisogna che siano ascoltati con la propria voce che li dichiara con passione. Questo è il primo passo perché inizino a diventare reali.»


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