INTERVISTA A GIULIA ZORAT - IL SAPORE DELLE PAROLE INASPETTATE (#IOSCRITTORE)

Buongiorno amici! Oggi faremo due chiacchiere con Giulia Zorat, vincitrice del torneo letterario Io Scrittore.
IoScrittore è una formula di scouting editoriale
innovativa, democratica e attenta alla qualità delle storie

Una storia di amicizia che supera i confini dell’età. Quattro destini che si incontrano tra le vie di Parigi, quattro assenze da colmare in un finale dal sapore dolceamaro.


Mordere un sogno, strappare un sorriso, asciugare una lacrima. Cinque anime, cinque esistenze si perdono e si ritrovano dietro la porta di una minuscola patisserie ai margini di Parigi; Jacques e Josephine, capaci di impastare le loro vite con sapiente delicatezza, necessari l’una all’altro come ingredienti di un dolce mai finito. Irene, il cui sguardo racconta la capacità di equilibrare sbagli antichi e nuove possibilità; Enea il suo piccolo tesoro, dieci anni di poesia leggera, diretta e invincibile come l’infanzia. Infine François, che trova il coraggio di scrollarsi di dosso il gelo che gli opprime l’esistenza e abbracciare l’amore, come si fa in una notte di festa, d’inverno. Intorno a tutto Parigi, che sa essere scura e accogliente, come un mot du chocolat, un dolce al cui interno si trovano esattamente le parole che avevamo bisogno di sentire. 



Giulia Zorat è laureata in Giurisprudenza, ma non fa l’avvocato. Lavora nel settore della comunicazione digitale. Ha scritto articoli per Vogue Italia e Sul romanzo e racconti per Tuffi Rivista, Locomotiv e Tre racconti. Nel 2018, il suo racconto La balena 52-hertz è stato pubblicato all’interno dell’ebook Storie di scuola, edito da Giunti Scuola. Ha vissuto in diverse città, ma Parigi è quella che le è rimasta più nel cuore, ispirando il suo primo romanzo.
  1. Ciao cara Giulia e benvenuta su Living among the books. Il sapore delle parole inaspettate è una storia di amicizia, sogni e magia, che supera i confini dell’età: quattro destini che si incontrano tra le vie di Parigi, quattro assenze da colmare in un finale dal sapore dolceamaro. Vuoi raccontarci come è nata la tua storia?
Ciao Chiara e grazie per avermi ospitato su Living among the books! La mia storia è nata circa 10 anni fa. Mi ero da poco trasferita a Parigi per il mio Erasmus e stavo visitando il cimitero di Père-Lachaise. Ricordo che ero seduta su una panchina, quando vidi passare un anziano sull’ottantina. Era da solo, con un mazzo di fiori in una mano e il suo bastone nell’altra. Andò a deporre il bouquet su una tomba e poco dopo venne a sedersi sulla panchina accanto alla mia. Se ne stava lì tranquillo come fosse a casa propria. Mi rimase così impresso che finii per immaginare la sua storia. Gli diedi un nome - Jacques - e decisi che era lì per far visita alla moglie defunta. Quella sera, a casa, scrissi la sua prima lettera indirizzata a Josephine, la sua compagna di vita mancata da poco. Poi pian piano, arrivarono anche gli altri personaggi: il piccolo e curioso Enea, la sua coraggiosa mamma Irene e François, un uomo di quarant’anni in cerca di una seconda occasione. Tutti tasselli di un puzzle che si incastrano alla perfezione. Il mio romanzo parla soprattutto della forza dei legami tra le persone e questi quattro personaggi avranno bisogno l’uno dell’altro per trovare il proprio equilibrio.



  1. L’ambientazione del romanzo è Parigi e una minuscola patisserie di periferia. Quanto la tua esperienza personale ha influito nella scelta del contesto in cui far muovere i tuoi personaggi? E quanto di autobiografico c’è?
france paris GIFLa Parigi di questo romanzo è la mia Parigi. Anche se pagina dopo pagina incontriamo i luoghi più caratteristici della ville lumière, gran parte della vicenda si svolge nel X arrondissement, il quartiere dove ho abitato durante la mia permanenza in Francia. È una Parigi molto diversa dal solito, meno glamour e stereotipata e più umana. Di autobiografico, c’è questo: le sventure di trasferirsi a Parigi senza parlare una parola di francese, ma anche la magia tipica della città, che dopo averti messo davanti a mille sfide, ti mostra il suo lato più bello. 


  1. E a proposito di patisserie… Il tuo personaggio “torta reale”, una delle torte al cioccolato più difficili da preparare.
    Qual è il personaggio che hai fatto più fatica a raccontare nel tuo libro?
Indubbiamente, Enea. È un bambino di 10 anni, cresciuto senza padre ma con una mamma fighissima. Enea è intelligentissimo e ce lo dice lui stesso fin dalle prime pagine del suo diario, ma non è uno di quegli enfant prodige irritanti. Ha solo una sua personalissima e curiosa visione del mondo, che secondo me va scoperta e assaporata pagina dopo pagina. La scelta di fargli narrare la sua parte della storia in prima persona tramite le pagine del suo diario è stata una bella sfida. Mi sono divertita e ce l’ho messa tutta per trovare la sua voce e renderlo credibile. Sarò riuscita a mettere da parte l’adulta che c’è in me e ritrovare il mio io bambino?


  1. Quale messaggio vorresti arrivasse ai tuoi lettori dopo aver sfogliato l’ultima pagina de “Il sapore delle parole inaspettate”?
I messaggi sono cinque, uno per ciascun personaggio. Vi sfido a leggere il libro e a scoprire a chi sono collegati! 
1) Mai lasciarsi fermare dalla paura di sbagliare
2) Non è obbligatorio essere perfetti
3) Essere grati per i doni che la vita ci dà, anche quando non sono esattamente ciò che ci eravamo immaginati per noi stessi
4) Non aver paura di aprire il proprio cuore agli altri 
5) Amarsi ed essere fieri di ciò che ci rende unici
  1. Come sei arrivata alla scelta di “Io scrittore” e come hai reagito sapendo di aver vinto il concorso?

Da quando ho terminato la stesura del romanzo a quando ho deciso di partecipare al torneo è passato un po’ di tempo. Se 10 anni sono considerabili solo un po’ di tempo. 😂 Ero molto timida e non avevo mai fatto leggere a nessuno ciò che scrivevo. Poi ho scoperto Io Scrittore su Facebook e ho pensato che fosse la formula perfetta: farsi giudicare da una manciata di sconosciuti che avrebbero letto il mio testo e dato un giudizio imparziale. Volevo più che altro capire se agli occhi di un lettore la mia storia fosse intrigante oppure no, se il mio stile andasse migliorato. Non mi aspettavo di rientrare tra i finalisti, figuriamoci tra i vincitori. Quando l’ho saputo è stata una bella sorpresa! Diciamo che avrei voluto incontrare la me ventenne, quella iscritta a Giurisprudenza ma con il sogno di fare la scrittrice, abbracciarla forte e dirle: “Ce l’hai fatta!”. Bè, almeno a esordire. 😂

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