RECENSIONE "PIÙ' FORTE DI OGNI ADDIO" di Enrico Galiano

Questa è la faccia felice di chi ha letto l'ultimo libro di Enrico Galiano e si è follemente innamorata.
Di cosa?
Beh, dello stile, della trama, di Michele e della copertina! E per altre decine di ragioni, in realtà.

Se siete dei lettori assidui del blog certamente vi ricorderete che ho postato l'INTERVISTA AD ENRICO GALIANO qualche tempo fa.
Ciò che precisai in quell'articolo è stata sicuramente la gentilezza dell'autore. 
Cosa c'è di strano in tutto questo?
Per voi nulla, per me tanto.
Scambiando quattro chiacchiere con lo scrittore è uscito spontaneo l'argomento "intervista" e lui era super entusiasta, quindi COMPLIMENTI! "Resto umile cit."

Fatta questa premessa oggi parliamo di PIU' FORTE DI OGNI ADDIO.

Nina e Michele, due giovani protagonisti tanto diversi quanto simili.




Più forte di ogni addio

Enrico Galiano


    

Editore: Garzanti
Anno edizione: 2019
Pagine: 349 p., Rilegato
Prezzo: 17,90€



È importante dire quello che si prova, sempre. È importante dirlo nel momento giusto. Perché, una volta passato potremmo non trovare più il coraggio di farlo. È quello che scoprono Michele e Nina quando si incontrano sul treno che li porta a scuola, nel loro ultimo anno di liceo. Nina sa che le raffiche di vento della vita possono essere troppo forti per una delicata orchidea come lei: deve proteggersi ed è per questo che stringe tra le dita la collanina che le ha regalato suo padre. Per Michele i colori, le parole, i gesti che lo circondano hanno un gusto sempre diverso dal giorno in cui, cinque anni prima, ha perso la vista. Quando sale sul treno e sente il profumo di Nina, qualcosa accade dentro di lui: non sa che cosa sia, ma sente che lo sta chiamando. Ogni giorno, durante il loro breve viaggio insieme, in un susseguirsi infinito di domande e risposte, fanno emergere l’uno nell’altra lo stesso senso di smarrimento. Michele insegna a Nina a non smettere di meravigliarsi ogni giorno. Nina insegna a Michele a non avere rimpianti, che bisogna sempre dare l’abbraccio e il bacio che vogliamo dare, dire le parole che non vediamo l’ora di pronunciare. Ma è proprio Nina, quando un ostacolo rischia di dividerli, a scegliere di non dire nulla. Di fronte al momento perfetto, quello in cui confessare che si sta innamorando, resta ferma. Lo lascia sfuggire. Nina e Michele dovranno lottare per imparare a cogliere l’istante che vola via veloce, come la vita, gli anni, il futuro. Dovranno crescere, ma senza dimenticare la magia dell’essere due ragazzi pieni di sogni. Enrico Galiano, libro dopo libro, è diventato l’idolo dei lettori. Nessuno come lui sa parlare agli adolescenti e agli adulti attraverso il linguaggio universale delle emozioni. Dopo il successo di Eppure cadiamo felici, esordio più venduto del 2017, e di Tutta la vita che vuoi, per mesi in classifica, torna con un romanzo che ci ricorda che ogni momento è importante. Soprattutto quello in cui dire alle persone che amiamo che cosa significano per noi. Bisogna farlo subito, senza aspettare.






Mi sento un po' come Michele... ho tante cose da dire, così tanti pensieri e sensazioni che la lettura di questo romanzo mi ha suscitato che non riesco a metterli insieme. Così ci provo in una cascata di parole incontrollate.

La storia viene narrata secondo due punti di vista, ovvero quelli di entrambi i protagonisti. In una prima parte, la narrazione di Nina è piuttosto intrigante e sui generis, come la sua personalità d'altronde.
Nina ha una smania particolare per le croci, tanto da tatuarsele in punti diversi del corpo e in grandezze differenti. Avete capito bene... una ragazzina ancora minorenne che ha deciso di incidere sulla sua pelle questo segno.
Il perché lo scoprirete da soli...


"Non sei il postino. Io sono il postino. Tu sei la lettera. Punto. Fine."


All'inizio della storia Nina si trova nello studio di una tatuatrice, Flo. Non fatevi ingannare dal suo essere burbera... è molto più di così.
Tra le due scatta una sorta di empatia, tanto forte e sincera da portarle ad aprirsi circa il loro passato.
Da una parte Nina racconta la storia con Michele e si focalizza sui "bambini orchidea".
Ho apprezzato molto questo aspetto, io stessa durante la lettura mi sono concentrata su questo tema che in altre occasioni avrei semplicemente saltato.

I bimbi orchidea e la loro emotività sul filo di un rasoio.
É così che si apre una finestrella su questo argomento.
esistono bambini che sono come le orchidee: appassiscono in risposta ad una infanzia difficile, ma prosperano in un ambiente positivo. All’estremo opposto vi sono i bambini più simili a denti di leone, meno sensibili ai cambiamenti e con un atteggiamento più elastico.

E poi c'è Flo, con un vissuto importante e una storia famigliare particolare. Ma è il carisma di Nina a metterla a suo agio e a permetterle di raccontarsi senza veli.

Nel suo racconto Nina ripercorre, come se avesse dei flashback, la sua storia con Michele e di come questa relazione abbia influito sulla sua vita.
Nel POV di Nina ho notato un elemento particolare... l'assenza quasi perenne di grandi descrizioni relative ai dialoghi.
Mi spiego... vi è uno scambio di botta e risposta tra le due, senza che l'autore specifichi i loro movimenti del corpo o le espressioni facciali.
Ecco, in un altro contesto non avrei apprezzato. La mancanza di alcuni dettagli circa la cinesica non mi avrebbe permesso di focalizzare al cento per cento la scena. In questo caso no... dal peso delle loro risposte, da come esse siano state formulate. Dalle pause e dalle incertezze delle frasi... da tutto ciò sono riuscita a immaginare le due visivamente, a ripercorrere le loro azioni nei minimi dettagli. Questa è una dote innata, questo è la dote di Enrico Galiano. Questa è la potenza della sua penna!

E se mente Nina ha una personalità decisamente machiavellica per cui trovarvi una chiave di lettura diventa complesso, poi c'è Michele, un ragazzino che ha perso tutto. Ha perso la vista e dopo il Big Bang (lui definisce il grande scoppio il momento in cui è diventato cieco) molte cose sono cambiate.
Sognava di fare il portiere e ora la sua vita è limitata, ma lui non perde il sorriso.
Lui, senza grandi giri di parole, è schietto e spontaneo.

Il messaggio che l'autore lancia è molto forte, mette in scena un ragazzo a cui è stato sottratto molto ma che con la forza dell'amore (amici, famiglia o ragazza, non importa... QUALSIASI FORMA D'AMORE) riesce ad andare avanti.


"Non servono anni. A volte basta un attimo per rovinare tutto"

"E a te è bastato un attimo?"
"Uno solo. Uno solo per segnarmi per sempre."


E poi c'è il carpe diem, l'attimo fuggente, la filosofia sulla quale si basa la storia. Godiamo oggi dei benefici di qualcosa perché adesso possiamo... domani chissà...

Un incontro in treno, un treno che Nina prende con facilità spesso. E il treno della prima volta di Michele. Ebbene sì, quella giornata per Michele è stata "la giornata delle prime volte".
La prima volta che prende il treno da solo, senza l'aiuto della madre, e la prima volta che riesce a provare un sentimento verso una ragazza di cui sente solo il profumo.
Ma a volte un profumo, un odore sono abbastanza.
Un amore sbocciato su una carrozza, grazie a un'essenza e la voglia di abbattere le barriere delle vita.
Riuscirà questo sentimento ad essere intoccabile e duraturo pur facendo i conti con la cruda realtà?


A questa storia mi sento di dare il massimo dei voti, poiché "mi inchino" metaforicamente parlando al suo stile semplice e diretto che arriva al cuore.
Ecco, per me la penna di Galiano schizza dritta in autostrada, al massimo della velocità. Non ci sono curve, rallentamenti o impedimenti. Arriva con tutta la sua forza.
Scorre veloce, come la vita.
Come gli attimi da cogliere.


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