INTERVISTA AD ENRICO GALIANO


Buongiorno amici! Oggi un articolo un po' speciale sul blog! Un paio di settimane fa ho avuto la fortuna di scambiare quattro chiacchiere con Enrico Galiano. Insomma, per prassi qui di seguito vi lascio la bio, ma quest'uomo di presentazioni non ne ha certo bisogno!
Vi dico solo una cosa... se potessi tornare tra quei banchi di scuola, da un prof. come Galiano mi farei interrogare tutti i giorni.
Okay, forse un po' ho esagerato... ma la semplicità e il velo di ironia con la quale ha risposto alle domande è davvero disarmante.

E per la serie GALIANO DOCET (in tutti i sensi) iniziamo con questa intervista!



Enrico Galiano è nato a Pordenone nel 1977. Insegnante in una scuola di periferia, ha creato la webserie Cose da prof, che ha superato i dieci milioni di visualizzazioni su Facebook. Ha dato il via al movimento dei #poeteppisti, flashmob di studenti che imbrattano le città di poesie. Nel 2015 è stato inserito nella lista dei 100 migliori insegnanti d’Italia dal sito Masterprof.it. Il segreto di un buon insegnante per lui è: «Non ti ascoltano, se tu per primo non li ascolti». Ogni tanto prende la sua bicicletta e se ne va in giro per l’Europa con uno zaino, una penna e tanta voglia di stupore.





1. Benvenuto, Enrico. Ti va di raccontarci come è iniziato il tuo percorso editoriale?
In un modo che quando è successo proprio non mi aspettavo, ma che ho poi scoperto stare diventando una prassi abbastanza diffusa. Mi spiego: mi hanno cercato loro, la Garzanti, dopo che da un po' mi stavano “osservando” per le cose che pubblicavo sui social. Io in realtà era dal 1999 che stavo provando a pubblicare un romanzo (ne ho scritti nel frattempo cinque o sei...), ma sempre senza fortuna. Poi una sera mi sono ritrovato nella casella di posta un messaggio da parte della loro editor che mi chiedeva se avessi voglia di scrivere un romanzo. Uhm, vediamo, un attimo che controllo gli impegni...


2. Hai creato la webserie “Cose da prof”, che ha superato i dieci milioni di visualizzazioni su Facebook. Che tipo di insegnante ti definisci?
Uno che ama quello che insegna e quelli a cui lo insegna. Tutto qua.


3. “Eppure cadiamo felici” e “Tutta la vita che vuoi” sono i tuoi
bestseller pubblicati con Garzanti. Quale dei due ti rappresenta
maggiormente e perché?
Gioia, la protagonista di Eppure cadiamo felici, è un po' il me stesso adolescente nei panni di una ragazza dei giorni nostri. Quindi il primo, anche se non credo molto alla presenza dell'ego dello scrittore nei suoi personaggi. Alla fine Gioia ha alcune cose “mie” ma dopo poco prende vita propria e diventa quasi una persona in carne ed ossa. Ogni tanto ci parlo, anche, come fa lei con la sua amica immaginaria Tonia.


4. Puoi dare UN SOLO consiglio a solamente UN tuo personaggio. Chi sceglieresti e cosa gli diresti?
A Filippo Maria, direi di provarci con Clo. Seriamente dico, perché secondo me starebbero bene insieme. Ma forse in un prossimo romanzo chissà...


5. Tre buoni ingredienti per scrivere una storia di successo.
Un soggetto che in due righe sia già interessante, strano, avvincente. Almeno un personaggio che ti faccia innamorare. E una stranezza, qualcosa di assolutamente unico, come le parole intraducibili di Gioia o i bigliettini di Clo.


6. Se potessi scrivere un romanzo sulla storia della tua vita, che titolo gli daresti?
Il cuore ha sempre ragione.


7. Cosa rappresenta per te il mondo della scrittura? Ti va di raccontarci un po’ di Enrico?
Non so se esiste una cosa chiamata il mondo della scrittura. Per me semplicemente il mio mondo è fatto di scrittura, nel senso che ogni istante della mia vita è come fosse diviso in capitoli, tutto avviene attraverso la lente di una potenziale storia da raccontare, tutto è materiale per una descrizione, un dialogo, un racconto. Quando poi la realtà diventa parole, quando la vita diventa storie da raccontare, avviene una specie di magia, mi trasferisco in una specie di universo parallelo, i miei personaggi prendono vita, ci parlo insieme, gli chiedo cosa vogliono, quali sono i loro sogni, insomma mi immergo completamente in loro. È un bel modo di passare il tempo!

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