RECENSIONE "L'ALTRO CONVENTO" di Stefania Durbano



Buongiorno amici! Ormai i blogtour di book a book sono tappa fissa sul nostro blog!
Oggi non potevamo non parlare de L'ALTRO CONVENTO di Stefania Durbano.
Prima di addentrarci nei dettagli dell'ambientazione e della psiche dei protagonisti, conosciamo a linee generiche il romanzo e cerchiamo di capire di cosa tratta!



L' altro convento

Stefania Durbano



  

Editore: bookabook
Anno edizione: 2018
Pagine: 251 p., Brossura

Prezzo: 15,00€
Il santuario di Belmonte è un luogo di pace, di quiete. Tra le sue mura secolari si trova un convento dove le suore ospitano donne in difficoltà. Un giorno bussa alla loro porta Delia, una ragazza dalla vita complessa: ha alle spalle un aborto, è senza soldi e famiglia. L'incontro con suor Maria, don Piero e le altre figure del convento apre uno spiraglio nel buio della sua esistenza. Tristezza e disperazione sembrano trovare sollievo nell'accoglienza che le viene riservata, ma in Delia nascono una serie di dubbi: perché la sua compagna di stanza è sofferente? Cosa si nasconde dietro il volto sfregiato di don Piero? E, soprattutto, perché suor Maria insiste per farle rispettare determinate regole? Domande che porteranno a risposte impreviste, in un luogo dove niente è quello che sembra.





Quando Delia, all'inizio, si ritrova in compagnia di suor Maria l'unica cosa che vorrebbe fare è scappare! La protagonista si presenta come una giovane donna di ventiquattro sola al mondo, scaricata dal fidanzato e senza un posto di lavoro. Si sente come soffocare... e il suo disagio è nettamente percepibile.
Devo ammettere che il suo passato mi ha piuttosto toccata, anche da qui emerge tutta la forza di noi donne nel superare gli ostacoli che la vita ci pone.

Dall'altra parte troviamo il personaggio di Suor Maria, una figura piuttosto enigmatica che si presenta agli occhi delle ragazze che cercano rifugio presso il convento, quasi come una sorta di salvatrice. Tanto che impone alle sue "ospiti" di chiamarla madre dal momento che lei le ha accolte come delle figlie vere e proprie nella sua vita.
Al convento le suore insegnavano alle proprie ragazze a sopravvivere e a scendere a compromessi. L'assenza di fondi pubblici, poi, per la manutenzione della struttura gioca un ruolo chiave nella vicenda.

La storia risulta ben descritta, ogni minimo particolare. Ad esempio la sala adibita a studio di suor Maria viene analizzata nei minimi dettagli tanto che il lettore crede davvero di ritrovarsi nei luoghi citati nel romanzo.

Non mancano di certo i colpi di scena che destabilizzano il lettore!

I capitoli sono molto brevi, forse questa scelta risulta essere congeniale proprio perché l'intreccio non viene appesantito. L'autrice narra gli avvenimenti senza mezzi termini o troppi giri di parole, al contrario va dritta al punto.
Questo non porta assolutamente al fatto che le argomentazioni si esauriscano in breve tempo o che siano spiegate con una velocità tale da renderle incomprensibili e inverosimili. Anzi, l'intreccio scorre rapido e lo stile è fluido, credo che se la scrittrice avesse deciso di focalizzarsi su determinati aspetti secondari e in un certo senso si fosse "persa nei particolari" la storia avrebbe perso quell'andamento incalzante che la caratterizza, tanto che ho divorato il romanzo in un solo pomeriggio!


La componente che più ho apprezzato è sicuramente quella psicologica. La narrazione altro non vuole essere che un pretesto per compiere un'analisi su noi stessi, sulle nostre paure e ossessioni.

Ciò che ho davvero apprezzato e per cui sono rimasta scioccata è la parte finale della narrazione, in cui un altro colpo di scena vi lascerà stupiti e vi farà capire quanto è fragile l'animo umano. La delicatezza della situazione è tanta... ma l'autrice descrive con garbo antitetico una scena da ribrezzo.



I miei complimenti vanno all'autrice che con vena poetica è riuscita a svelare lo squallore, la miseria dell'animo umano, spingendosi oltre.

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