"The Little Mermaid" - LIBRI DA CINEMA!

Ciao a tutti, sono Federica e questo è il mio primo articolo in questo splendido blog!
Oggi vi parlo per la prima volta della mia rubrica, ovvero “Libri da… cinema”.
Come facilmente intuibile dal titolo, ogni mese porterò qui sul blog un articolo (o due!) dedicato alla trasportazione cinematografica di un libro con annessa recensione, per avvicinarvi a quelli che ritengo siano ben fatti da quelli da cui conviene fuggire a gambe levate! In particolar modo oggi vi parlo di una classica storia conosciuta da tutti nella sua ultima trasportazione cinematografica…
Parlo di:Titolo: The Little Mermaid 
Versione italiana: La Sirenetta
Regista: Blake Harris
Data di uscita: 17 agosto 2017 sulla piattaforma Netflix
Genere: commedia
Trama in poche frasi: live-action ispirato al grande classico Disney del 1998, La Sirenetta, questo film narra la storia di Elizabeth, sirena che, innamorandosi di un umano salvato dalla tempesta, chiede allo stregone del mare di poter avere delle gambe per vivere nel mondo degli umani. Lo stregone accetta e la accontenta, ma ad una condizione: se il principe la sposa, potrà vivere per sempre felice senza alcun prezzo da pagare. Qualora però ella non si sposasse con lui, diverrebbe proprietà dallo stregone, il quale deterrebbe la sua anima. 
Purtroppo Elizabeth scopre ben presto che luomo di cui si è innamorata si è sposato con unumana che, avendo visto sulla spiaggia su cui si trovava al suo risveglio, ha creduto lavesse portato in salvo.
La sirenetta diventa dunque proprietà dello stregone, il quale la sfrutta come attrazione al suo circo dei 
mostri. Elizabeth sembra essere costretta a vivere per leternità come oggetto di quelluomo malvagio, ma la storia cambia quando incontra un giovane reporter e la sua nipotina



Dopo aver visto il trailer e la locandina, avevo delle aspettative altissime su questo film.
…Purtroppo però sono andate a distruggersi mano a mano che andavo avanti con la visione.


Seppur difatti la locandina appaia magnifica e il trailer di Netflix lo facesse apparire come un live action degno di nota, in realtà
“The Little Mermaid” ha ben poco di cui vantarsi: i produttori avevano letteralmente un pozzo di idee magnifiche a disposizione, ma a queste non è stata data affatto una degna esistenza.
La storia comincia dal racconto della vita della sirena in questione, Elizabeth, sotto forma di animazione. Lo stile di disegno è semplice, intuitivo, e ricorda molto i libri di fiabe per bambini. Ho alquanto apprezzato questa parte proprio per questo motivo: ricorda l’infanzia, anche se ovviamente la storia della sirenetta in questione ha un finale (ed uno svolgimento) ben diverso da quello della nostra famosissima Ariel.
La storia prosegue mostrando una nonna che narra alle sue nipotine una storia riguardo l’esistenza delle sirene: la signora in questione narra infatti di aver incontrato una vera sirena, ed è proprio da questo breve incipit che il flashback (che costituirà l’intera pellicola) prende vita.


Viene narrata la storia di Cam Harrison, giovane reporter, e della sua nipotina, Elle, della quale si prende cura dopo la morte dei suoi genitori.
A causa di una malattia ben poco identificabile e di cui non viene detto pressoché nulla, Elle risulta avere di tanto in tanto dei problemi respiratori: è per tal motivo, per trovare una cura a tale malattia, che i due si dirigono in una città che sta pian piano divenendo sempre più famosa per via di una certa “acqua miracolosa” (e qui ho pensato: bene, possiamo andare tutti a Lourdes).
Dirigendosi insieme al circo di tale località, i due incontrano una vera sirena: Elizabeth. Ella viene infatti sfruttata dal direttore del circo (e stregone al quale lei è legata) come attrazione principale.
Seppur Elle creda davvero che Elizabeth sia una sirena, Cam è molto restio dal credere che la ragazza che ha visto nella vasca non sia solo una fanciulla che indossa una falsa coda di sirena per ingannare il pubblico (che tra parentesi, la coda è davvero bella, ma in certi primi piani e scene risulta quasi divertente vedere quel pezzo di plastica mostrarsi in tutta la sua “falsità”. Nonostante infatti gli addetti al montaggio –di cui parlerò dopo- si siano divertiti a giocare con gli effetti speciali, in alcune scene mancano i dettagli grafici che vanno a rendere le code delle sirene cinematografiche quasi realistiche. Ed è un vero peccato, perché la base “reale” del costume risulta essere davvero molto delicata e bella a vedersi.).
I due ragazzi incontrano poi Elizabeth l’indomani, in un bosco. La sirena ammette ad Elle di essere tale e che può camminare come un’umana quando la marea è bassa (ma non si era detto che lo stregone le donava le gambe e basta, senza ulteriori clausole oltre che al prendersi la sua anima? Era davvero necessaria questa aggiunta alla H2O?), ma è poi costretta ad andarsene perché lo stregone la richiama a sé attraverso la sua anima (super creepy).


Incuriosito dalla faccenda, Cam si dirige nuovamente al circo e di soppiatto si introduce nei vari tendoni in pieno giorno. Desideroso di scoprire la verità, durante la sua esplorazione vede il direttore del circo suonare un organo, dal quale, eseguendo una determinata melodia, tira fuori una boccetta (la medesima boccetta in cui è racchiusa l’anima della sirena).
La scena si sposta su Elizabeth che, credendo di essere sola, si ritrova a cantare in un momento di serenità: la canzone è splendida, ma purtroppo più che ad Elizabeth vengono dati molti primi piani a Cam che si ritrova a guardarla incantato: seppur risulti nei primi momenti piuttosto carina l’idea di averli fatti ritrovare attraverso il suono melodioso della voce di lei, dopo un po’ risulta ripetitivo vedere il volto del ragazzo che non muove un dito.
A canzone conclusa, Cam prova a dirigersi fuori dal circo senza farsi notare ma, come ci si aspetta da tutti i cliché mai esistiti, fa cadere qualcosa (in questo caso una scopa) e la ragazza si accorge di lui. I due provano ad interagire, ma vengono bruscamente allontanati dallo stregone che è immediatamente sopraggiunto una volta percepita la presenza di lui (e qui mi chiedo: perché solo ora e non prima, quando Cam lo osservava ammirare la boccetta con l’anima della sirena? Possibile che non abbia sentito la sua presenza a qualche metro di distanza?).


Fortunatamente Elizabeth e Cam riescono a rivedersi ad un ballo la stessa sera e la loro chimica è innegabile: lei gli spiega inoltre l’intera vicenda che la vede coinvolta e lui si ripromette di aiutarla.
Da questo punto in poi le cose “precipitano”, o meglio: i produttori pensavano di essere nel giusto e di essere riusciti a creare un perfetto crescendo di suspense che giunge poi al climax finale con annesso lieto fine, ma nella realtà quest’ultima parte del film risulta più che altro un’accozzaglia di clip tagliate male ed effetti speciali con annesse relative lotte davvero ridicole.
Il montaggio risulta infatti peggiorare sempre più e la differenza fra clip e i tagli effettuati sulla pellicola risaltano immediatamente all'occhio.
Le lotte con i “cattivi” risultano essere avvincenti alla stregua di un litigio nel Fantabosco (è davvero possibile che uno stregone potentissimo e invincibile riesca ad essere sconfitto con quella che sembra un’onda energetica fatta male?) e gli effetti speciali, come sopraddetto, sfruttati piuttosto male.


Con grande difficoltà (mia si intende, di riuscire a concludere la visione) si giunge al finale, nel quale Elizabeth, per ringraziare i ragazzi di averla salvata, cura Elle (la quale si riscopre essere una sirena come lei) e da’ un bacio di addio a Cam.
La storia si conclude infine con un’ultima clip in cui la nonna e le nipotine sono nuovamente al centro della scena: la signora, la quale si scopre essere Elle, avendo nuovamente problemi respiratori, viene vista (in una scena in cui vi è più luminosità ed filtro-bellezza alla stregua di Pomeriggio 5) voltarsi verso il mare pronta a tuffarsi in acqua.


Il film, come scritto ad inizio articolo, risulta avere moltissimo potenziale, ma questo viene davvero portato alla luce in maniera piuttosto (direi anche più di un semplice “piuttosto”) male.


Una nota positiva però che mi sento di donare in suo favore è la scelta del casting, con particolare riferimento a William Moseley (Cam Harrison – già visto precedentemente nel ruolo di Peter Pevensie nella serie de “Le Cronache di Narnia) e Poppy Drayton (Elizabeth), i quali rendono i personaggi della sirena e del reporter nel miglior modo possibile rispetto all'intero film.


A conti fatti, vi consiglierei comunque “The Little Mermaid”? Sì, ma solo se avete voglia di visionare un film davvero molto leggero, se desiderate non perdere alcun adattamento (bello o brutto che sia) de “La Sirenetta” e che vi faccia fare delle risate per via degli errori presenti per tutta la durata della pellicola.
Il mio giudizio su questo film è –ahimè- solo un “Deteinato”.




Per oggi è tutto, grazie per avermi seguita!

Fino al prossimo articolo,



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