SEGNALAZIONE+INTERVISTA "DARK, IL GIOCO DELL'ALFIERE"

Hello readers! Ecco a voi la segnalazione con tanto di intervista alle scrittrice di "Dark, il gioco dell'alfiere" scritto a quattro mani da Cristina Silvestri e Mirela Minknova.
Ecco a voi la sinossi:



La città di Rocha è costantemente minacciata dalla malavita e dalla corruzione, ma il pericolo è sempre dietro l’angolo. Sembra non esserci più onestà in un mondo pieno di corruzione ma questa volta, come baluardo della giustizia sorge un vigilante, D’Ark, che cerca di aiutare la città a rialzarsi da questo baratro d’illegalità. La storia segue parallelamente la vita di due fratelli: Giorgia e Michele Mestri. Giorgia, una ragazza forte e determinata che ama il suo nuovo lavoro parteciperà alla ricerca di un noto serial killer di nome Guignol che trascina dietro di sé le sue povere anime in una lotta senza fine.La squadra dei profiler, insieme alle forze dell’ordine, si batterà con grande dedizione per la sicurezza e per la sopravvivenza dei cittadini. Mentre suo fratello Michele, il giornalista, seguirà il caso del vigilante occupandosi di scrivere la verità su chi sia questa famosa celebrità. Aiutati dal loro intuito e dalla loro forza di volontà, entrambi si renderanno conto di quanto la realtà che li circonda sia più complicata di quanto appaia. Esiste davvero questo eroe oppure è una mera invenzione di una società senza giustizieri? Riuscirà Rocha a distinguere il bene dal male ? Ciò che è reale da ciò che non lo è? 


ABOUT  AUTHORS:
Cristina Silvestri, nata a Napolinel 1990, frequenta il liceo classico e si laurea prima alla triennale di Scienze per l'Investigazione e la Sicurezza e poi alla magistrale di Ricerca Sociale per la Sicurezza Interna ed Esterna. Ha vissuto in Inghilterra per un anno facendo tirocinio presso l’Università di Portsmouth grazie alla borsa di studio Erasmus+.
Mirela Minkova nata a Sofia (Bulgaria) nel 1989, trasferitasi in Italia nel 2002, anch'essa laureata in Scienze per l'Investigazione e la Sicurezza, dove ha conosciuto la sua co-scrittrice. Attualmente risiede nel Regno Unito. 


Siete curiosi di leggere le domande che abbiamo fatto alle nostre autrici? Eccole qui!

1.Da dove nasce la vostra passione per la scrittura?
 R: Nasce da una ribellione interiore, dalla voglia di poter esprimere le nostre idee senza contrasti. Nasce dal nostro desiderio di raccontare storie, ed è quello che vogliamo fare: raccontare, denunciare, ispirare, far desiderare… è l’aspirazione di ogni scrittore, tenere il lettore incollato alle pagine del suo libro.

2.Cosa vi ha spinto a scrivere questo romanzo? Qual'è stata la vostra fonte di ispirazione?
R: Beh possiamo dire che senza l’idea iniziale di Cristina non saremmo andare molto lontane. Eravamo all’università, assistevamo ad una lezione e in un momento di pausa cominciamo a chiacchierare. Cominciammo a notare di avere parecchio in comune io e lei e quando mi parlò del suo amore per i supereroi, fumetti e libri, ma soprattutto quando mi parlò del suo desiderio di scrivere un libro che raccontasse la nostra realtà attraverso un buon thriller dal sapore fumettistico, diciamo che è scattata la scintilla letteraria. Anche io amavo scrivere ma nessuna delle due si era mai cimentata in qualcosa di più grande di un racconto personale, così il giorno dopo mi presentai, carta e penna e mettemmo giù qualche bozza del libro. Ho avuto fede nella sua idea, una fede che devo dire è stata ampiamente ricambiata.

3. Due buone ragioni per leggere "Dark- Il gioco dell'alfiere": Due buone ragioni? 
R: Sarebbe difficile cercare solo due parole per invogliare a leggere D’Ark ma credo che possano benissimo essere racchiuse in: Yin & Yang. Sembra manale ma in realtà è proprio un gioco di luci il nostro libro, quella zona grigia che cattura ogni essere umano in una gabbia fatta di privazioni e desideri. Non è un caso la scelta del nome D’Ark, che si avvicina così tanto all’oscurità (DARK appunto) ma c’è quell’apostrofo che fa in modo di rendere del tutto nuova la parola tenebra perché è così per ogni essere umano yin e yang, luci e tenebre, bene e male, e spesso noi diamo per scontato questo rapporto che esiste in ognuno di noi definendoci buoni o cattivi attraverso le nostre scelte, le nostre decisioni, i nostri desideri, le nostre paura e le nostre ambizioni.

4. Se doveste descrivervi con un libro quale scegliereste? 
R: Credo che io (Mirela) sceglierei Emma di Jane Austin. Amo quasi tutti quelli della Austin ma in particolare sceglierei Emma per la bellezza del personaggio del Signor Knightley. Lo trovo molto vicino al mio pensiero, al mio carattere, con il suo spirito arguto, la sua criticità e la sua prontezza di spirito. Mentre invece Cristina si identifica molto nel libro Robinson Crusoe per le similitudini sulla ricerca di un avvenire migliore, il tema della fede e del destino, ma soprattutto per i temi riguardo la fiducia nei propri mezzi per conquistare il benessere e il riconoscimento sociale.

5. Siete più lettrici o scrittrici? 
R: Diciamo che non si può essere scrittori se non si è prima lettori quindi di fatti si vive un equilibrio in questi due spazi, e noi riusciamo ad avere un buon equilibrio.

Ringrazio di cuore le autrice per aver risposto alle domande e svelato qualche curiosità ai nostri carissimi lettore. Ma non finisce qui... hanno pensato di fari un regalo! Qui sotto vi allego l'estratto del loro libro e se vi piace correte in tutti gli store online per ordinarlo!


ESTRATTO n°1

Guignol, perché era così che si faceva chiamare, si spostò molto lentamente dai piedi dell’altare fino ad arrivare al viso della giovane ma senza mai occupare il suo campo visivo. Si spostò dietro il suo capo in modo che la ragazza non potesse girarsi per scorgere il suo volto e accostando le sue labbra al orecchio sinistro di lei le sussurrò queste parole: <<Eppure non è ancora la fine …>>, poi si allontanò lentamente e pian piano si diresse verso il bordo del grande palco. Accennò un sorriso, chiuse gli occhi per un momento e pensò di vedere tutte le poltrone rosse del teatro occupate. La sua fantasia fu tanto grande quanto inquietate. Chi avrebbe mai potuto assistere all’esecuzione di un uomo? Eppure c’erano Stati in cui questa pratica era legale. Nell’antichità uccidere era abituale, spesso inevitabile e a volte addirittura fonte di divertimento. Cosa c’era quindi di sbagliato nel suo modo di vedere le cose? La sua risposta fu: nulla. Era perfettamente normale e chi diceva il contrario o era un bugiardo o un ipocrita. Riaprì gli occhi, inspirò profondamente e disse:<<Hai mai sentito parlare delle Moire? – chiese l'uomo con tono distinto – Sicuramente una persona con una grande cultura come te, ne conoscerà la storia immagino>> la voce che proveniva da quell'essere sembrava come una folata di vento gelido. Il flebile cigolio del legno, in quel silenzio quasi disumano, sembrava amplificarsi a dismisura. I passi lenti e cauti sembravano scandire il tempo, ormai segnato, di quell’anima coraggiosa. Si fermò a una giusta distanza, in modo tale da poter osservare con sguardo risoluto il corpo ormai schiacciato dal peso della sua dipartita e continuò i suoi insegnamenti, con voce a dir poco teatrale, alla vittima designata che non poteva far altro che rimanere in silenzio ad ascoltare:<<Pensa, erano proprio le Moire a impedire agli altri Dei di portare il proprio soccorso a un eroe sul campo di battaglia nel momento in cui il suo destino era segnato>>. In quel preciso istante il suo volto si fece come pietra e gli occhi color lapislazzulo diventarono come ghiaccio, quasi come se una seconda personalità stesse prendendo il sopravvento e avesse fretta di porre fine a ciò che aveva cominciato. Fece un altro passo in avanti, si fermò e chiuse gli occhi scintillanti di follia, a quel punto disse: <<Ed ecco che il sipario per te sta per calare. Io sarò colui che muoverà i fili del tuo destino…volente o nolente ognuno conosce la propria fine e tu forse lo sai meglio di chiunque altro – Si soffermò per un attimo in modo tale da prendere respiro e sottolineare quelle ultime parole che sarebbero state tragicamente udite dalla sua preda – Sei un'anima sola ora. Hai fatto tanto per molte persone, ma come vedi alla fine ognuno di noi nasce solo e muore solo. Pensi che per quello che hai fatto le persone ti ammireranno? Ti rispetteranno? Che in qualche modo ti salveranno? Non sono altro che un branco di pecore, pronte a seguire il primo folle che si batte per un'idea pur ignorando le sue motivazioni. Non conoscono niente. Sono degli stolti, dei ciechi che vagano per le strade senza nessuno che tenga loro la mano. E quando ciò accade... quando qualcuno dà loro un aiuto, è troppo tardi, poiché sono rimasti senza guida per troppo tempo e la loro fede nel prossimo si è affievolita. Nessuno di loro potrà mai capirci a fondo. Tu ed io non siamo diversi. Anch’io come te mi batto per un'idea, per qualcosa che valga la pena di essere ricordato ma, a differenza tua, io sono consapevole delle mie vere potenzialità e di quali sono le priorità in gioco. Tu hai scelto una strada senza via di uscita, un cammino che non ti porterà a niente se non al dolore e alla vergogna. Gli eroi valgono la pena di essere ricordati solo per ciò che la gente pensa di loro, niente di più. Io sarò il loro eroe perché darò loro qualcosa che valga la pena di essere ricordato>>. Quando terminò il suo discorso, si girò e cominciò a incamminarsi verso la sua vittima, alzò la mano destra impugnando l'arma e fissò gelidamente la sua dolce conquista, accennò un piccolo sorriso e poi aggiunse: <<Come ho già detto, si nasce soli e si muore soli e come eroe caduto in battaglia… non ci sarà nessun Dio a salvarti>>.

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