Hello readers! Continua la rubrica delle interviste e questa volta tocca a Sara Marrari. Non molto tempo fa vi avevo recensito il suo thriller “Io non dimentico” che mi ha davvero appassionata, sia per la storia che per lo stile utilizzato dall’autrice.
Le risposte alle 10 domande che ho proposto a Sara sono veramente interessanti e soprattutto cariche di sentimento, sentimento che ha messo in gioco durante tutta l’intervista. Ecco a voi...
1.
Quando hai iniziato a scrivere il tuo romanzo? A chi/cosa ti sei ispirata?
Ciao Chiara, innanzitutto grazie mille sia per il tempo che hai
dedicato al mio romanzo che per la bella recensione fatta! "Io non
dimentico" è nato una sera di settembre, durante una cena a casa mia:
mentre cenavamo, uno degli invitati - il padre della mia migliore amica - mi
stava raccontato un aneddoto accaduto nel suo negozio e in quel momento mi sono
detta "Caspita! Qui può nascere una storia!". Così, durante la notte,
ho sfruttato la mia insonnia, mi sono messa davanti al portatile e ho trasformato
la sua cartoleria in una libreria e la mia migliore amica in Maggie. Ovviamente
il romanzo è frutto della mia fantasia, nessuno ha ucciso nessuno!
2. Hai mai pensato di gettare la spugna
durante la stesura del tuo manoscritto?
In tutta sincerità no, ma solo perchè sin dall'inizio avevo ben
chiaro in mente quello che volevo raccontare. Tuttavia questo non significa che
reputo lo scrivere un libro una cosa da poter fare tutti i giorni. Io stessa,
lo ammetto, un anno fa avevo iniziato a scrivere un altro romanzo, del tutto
diverso da "Io non dimentico", romanzo che alla fine è rimasto
incompiuto un po' per mancanza di tempo, un po' per mancanza di ispirazione e
un po' anche per paura. Paura, perchè quando si decide di scrivere un libro,
inevitabilmente ci si espone a qualcosa di molto più grande, e si deve essere
ben consapevoli del fatto che non arriveranno sempre e solo parole belle. Puó
piacere come può non piacere. Critiche ed elogi: fa tutto parte del
"gioco"!
3. Tre pregi e tre difetti di Parker.
Questa domanda mi piace tantissimo - e ti ringrazio nuovamente -
perchè mi permette di far conoscere il protagonista un po' di più: il detective
Parker, infatti, non viene descritto molto nel dettaglio all'interno della
trama del romanzo, così anche come gli altri personaggi: questa è stata una mia
scelta personale per concentrare maggiormente l'attenzione su quanto volessi
raccontare.
Pregi? Tra di essi si puó annoverare sicuramente l'ironia, a
volte velata dal sarcasmo: nonostante abbia scelto di dare l'impronta thriller
al mio romanzo, non ho voluto rinunciare a qualche aspetto che facesse anche
ridere, come ad esempio le battute che Parker stesso fa all'agente Garrett,
specie all'inizio del romanzo.
Un altro pregio, a mio avviso, è la sua capacità di trattare
come pari gli altri agenti, gli altri membri della Centrale e persino Maggie (a
parte Jane e la dottoressa Bennett, ma sappiamo tutti il perchè!). Questa per
me è una delle caratteristiche che tutti dovrebbero avere nella vita:
accantonare la propria "superbia" e guardare anche al di là del
proprio ruolo.
Il terzo pregio è l'attenzione che dà al suo lavoro: Parker è
sicuramente un "vizioso", ama le donne e ama l'alcool, ma quando il
dovere lo chiama, non perde tempo e si concentra il più possibile sul
caso.
Per quanto concerne i difetti, invece, lui stesso ammette di
averne tanti: come ho giá detto ama bere, non sa ben dimostrare i suoi
sentimenti - tanto da passare a volte per misogino - ed è un donnaiolo (molti
forse non lo considereranno neanche un difetto), tuttavia non è escluso che in
futuro possa redimersi :)
4. Riassumi con una breve frase perché
leggere “Io non dimentico”
"Io non dimentico" non è solo un romanzo thriller, tra
le righe, chi ha buon occhio scoverá anche quelli che per me sono dei valori
cardine.
5. Che emozione hai provato stringendo
tra le tue mani la copia cartacea del tuo libro?
Io dico sempre che le emozioni non sempre si possano descrivere;
posso dirti, peró, e non mi vergogno ad ammetterlo, che quando ho scartato il
pacco che conteneva le prime copie del libro sono scoppiata letteralmente a
piangere. Credo che per un lettore, toccare con mano una copertina che porti su
il proprio nome sia un'emozione indescrivibile: l'ho fissato estasiata per
circa un quarto d'ora. Che dire, sicuramente è una bella cosa, che prontamente
ho poi condiviso con le persone a me più care!
6. Cinque parole che descrivano la
tirocinante Jane.
Jane è difficile da inquadrare, persino per me che l'ho creata!
Sicuramente è la classica ragazza dalla bellezza mozzafiato, ma è anche una
studentessa modello - un po' saputella - che sa quel che fa: infatti,
nonostante si scopra che a darle il posto da tirocinante è stato quello che in
realtà è il suo vero padre, il ruolo che ricopre è ben guadagnato e lei si
mostra perfettamente all'altezza. Inoltre, dietro il muro che si è creata per
apparire dura e sfrontata, specie agli occhi di Parker, si nasconde una ragazza
sensibile e insicura, tanto che lo si vede quando Rafe la chiude nel suo ufficio
o quando si mostra terrorizzata all'idea di esser scoperta. Quindi sì, la
descriverei bella, saputella, ma anche sensibile e insicura. Infine direi che è
anche curiosa: vuole a tutti i costi entrare a far parte delle indagini, cosa
che rende il detective ancora più sospettoso.
7. Andresti d'accordo, tu Sara, con
Parker? A primo impatto cosa penseresti di lui?
Senza dubbio quando ho inventato il suo personaggio l'ho
immaginato come il classico "bello e dannato", quindi credo che
sarebbe questa la mia prima impressione su di lui. Se andremmo d'accordo? Non
lo so, credo che se mi dovesse capitare di dover lavorare con Rafe Parker, il
nostro sarebbe un rapporto alla "Odi et amo": ci scontreremmo su
alcuni punti, lo troverei perfetto su altri.
8. Raccontaci i passaggi fondamentali
che ti hanno portata al titolo del romanzo.
"Io non dimentico" non è solo il titolo del mio
romanzo ma è anche uno dei due messaggi importanti che ho voluto dare
attraverso il libro. Chi lo ha letto, saprà senza dubbio che il fulcro della
vicenda è uno stupro avvenuto 13 anni prima sulla pelle di due ragazzine.
"Io non dimentico" è, infatti, l'urlo di una giovane donna che ha
covato per anni un dolore - ma anche una vendetta - che non ha potuto esprimere
e al quale ogni volta veniva data come risposta "Devi dimenticare",
"Lascia stare!". Purtroppo, e lo dico col cuore in mano, quello che
io ho romanzato è una situazione che, per quanto cruda, si trovano a vivere
molte persone. Davanti eventi simili, piuttosto che prevalere la verità e la
giustizia, molto spesso vige "l'omertá": la prima cosa che si dice ad
una vittima è "ora cerca di dimenticare". No e assolutamente
no! La prima cosa è denunciare, senza paura di esser giudicati, senza
aver paura di alzare un polverone e di innescare una bufera. "Io non
dimentico" è un'ammissione di consapevolezza, perchè una cosa del genere
non si puó scordare. Per questo motivo ho scelto tale titolo: per far sì che
sia da monito, o meglio un invito a non abbassare la testa di fronte all'ingiustizia.
9. In futuro scriveresti mai un libro di
“genere opposto” per esempio un romanzo rosa?
Al momento ti direi di no. Non impazzisco per il genere benché
abbia letto comunque qualche romanzo rosa, trovandolo anche interessante.
Tuttavia, io sono convinta che nella vita "mai dire mai", chi lo sa
cosa ci riserva il futuro :)
10. Cosa rappresenta per te scrivere?
Raccontaci un po’ di Sara.
Parlare di me mi è sempre risultato un po' difficile...Ho 24
anni e sono cresciuta in un piccolo paese della provincia chietina. In passato,
benché alcuni mi considerassero un punto di riferimento e benché mi mostrassi
forte agli occhi altrui, ho talvolta permesso ad altre persone di prendersi
gioco di me e di convincermi che io non ce la potessi fare. Oggi, quindi,
scrivere è stata una rivincita. Per me, "Io non dimentico" è un inno
al coraggio, è l'urlo di gioia e di vittoria verso chi mi ha sottovalutata e
sminuita - nonostante sia dell'opinione che in fondo non debba dimostrare
niente a nessuno. "Io non dimentico" è senza dubbio uno
"sfogo", un mio voler dire a me stessa e a chi non ha creduto in me:
ecco, mi sono messa in gioco, ce l'ho fatta!
Di critiche e di parole ne volano e ne voleranno ancora, ma le
mie soddisfazioni me le sto comunque prendendo! :)
Ringrazio
moltissimo Sara Marrari per la sua disponibilità! Mi raccomando seguitela sui
suoi social per rimanere aggiornati.
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