BLOGTOUR "IL SEME DELLA SPERANZA" INTERVISTA A EMILIANO REALI




Buongiorno amici, come sapete giorno 22 è iniziato il blogtour finalizzato a farvi conoscere il nuovo romanzo di Emiliano Reali, IL SEME DELLA SPERANZA.
Oggi faremo due chiacchiere con l'autore, ci spiegherà la genesi della sua storia e ci darà qualche consiglio su come scrivere un fantasty!


In principio fu Spyria, l'immortale, piena dell'amore necessario a generare ogni essere vivente, che creò l'universo. La divina genitrice diede origine a due mondi paralleli, lontani e diversi tra loro, seppure intimamente legati: quello degli Spiriti e delle Divinità, dove l'armonia e l'incanto regnano sovrani, e il pianeta Terra. Lo sfruttamento degli individui e della natura su quest'ultimo ruppe il fragile equilibrio di connessione tra i due. Non sarà sufficiente la magia a ripristinare ciò che un tempo era stato concepito...






1. Ciao Emiliano e benvenuto su Living among the books, puoi raccontarci in
breve com’è nata l’idea per la tua storia?


Sono cresciuto giocando a Dungeons & Dragons, i miei personaggi erano un
druido (Zibetex) e un mago (Mercurius). Piccola confessione: mio fratello era il
Dungeon Master e cercavo di corromperlo con interminabili sessioni di
massaggi! Poi ho sperimentato il fantasy dal vivo, ovvero facevamo avventure
e battaglie in carne e ossa. Quanti lividi e graffi, però era fantastico,
l’adrenalina superava in quantità il sangue. Scrivere “Il seme della speranza”
ha significato riaprire cassetti magici e avvincenti e farli comunicare col
mondo dove ci troviamo a vivere.


2. Come sei arrivato alla scelta del titolo “Il seme della speranza”?


Il titolo, che sembra più che mai attuale in questo periodo, era stato deciso
ben prima dell’arrivo funesto del covid. L’ho scelto perché credo che nella vita
si debba sempre lasciare spazio alla speranza, è una delle poche cose di cui gli
altri non possono privarci. Decidere di averne dipende solo da noi. Coltivarla ci
dona un potere di trasformazione enorme.


3. E visto che si tratta di fantasy… due buoni ingredienti che non devono
mancare in un romanzo fantasy!

La fantasia, la magia, i combattimenti, i sentimenti, le risate, i colpi di
scena…elencarne solo due sarebbe impossibile! Però lasciami sottolineare il
valore della fantasia come via di fuga dal dolore, da situazioni opprimenti,
come possibilità di analizzare le cose da un altro punto di vista e veicolo
quindi per scovare nuove soluzioni. La fantasia è un’arma che può migliorare
la qualità delle nostre giornate, regalandoci un approccio poliedrico e
multiforme alle questioni.


4. Puoi dare un solo consiglio a un solo tuo personaggio. A chi lo daresti e cosa
gli diresti?

Cara Spyria non prendertela, anche con un paio di rughe sei comunque
bellissima!


5. Quale messaggio vorresti lanciare, con la tua storia, ai lettori?

Sono vari i messaggi che spero di trasmettere con questo libro. Bisogna
rispettare la nostra casa, se continuiamo a distruggerla dissennatamente non
avremo più un posto dove vivere. Guardiamoci negli occhi, ascoltiamoci,
prendiamo una pausa dalla frenetica corsa continua per ricordarci che chi
abbiamo di fronte ha dei sentimenti e che la condivisione può essere un
momento di arricchimento. Per finire, nessuno è infallibile, si può sbagliare.
L’importante è trovare l’umiltà di ammetterlo e tentare di rimediare
dimostrando a noi stessi e agli altri che possiamo essere persone migliori.


6. Convincici con una citazione del tuo libro perché leggere Il seme della
speranza.


Spirya un tempo condivideva il trono col suo unico amore, Fergan, uno spirito rivelatore in grado di cogliere e decifrare i pensieri e le emozioni.
Fu lui a regalarle la splendida sala del trono costruita con la preziosa Pietra degli Angeli, poiché la voleva sempre al sicuro.
Lui infatti, a causa dei frequenti viaggi, era costretto suo malgrado a lasciare sola l’amata.
I due si erano conosciuti in un giorno qualunque, una non occasione. Fergan passeggiava per la foresta in cerca di una pianta medicinale chiamata il cavaliere notturno, in grado di lenire la sofferenza per la perdita di persone care. Solo durante le ore notturne poteva essere trovata, quando apriva i suoi fiori che illuminavano di una luce bluastra le tenebre circostanti.
Dopo averla raccolta Fergan avrebbe dovuto pressarla e ridurla in una poltiglia, lasciarla per una notte intera alla luce della luna piena, poi chiuderla in un sacchetto facendo attenzione a non esporla per nessun motivo ai raggi del sole, che ne avrebbero altrimenti annullato irrimediabilmente le proprietà.
Era la sua missione incontrare persone, ascoltare il loro dolore e cercare di aiutarle. All’inizio non era stato facile accettare il dono dell’empatia. Quando scoprì di possederlo la sua vita non fu più la stessa e tutti i progetti subirono dei cambiamenti inaspettati.
Tra gli antenati della sua famiglia c’erano già stati casi di spiriti rivelatori, ma ormai da varie generazioni il sacro dono sembrava estinto, fino a quando tutte le emozioni del creato videro nel corpo e nel cuore di Fergan il veicolo adatto per giungere al nobile fine.
Spirya non riusciva a prendere sonno quella notte e decise di fare due passi per distrarsi dal pensiero fisso che le destava preoccupazione.
Ciò che era stato creato puro, non lo era più e lei ne era addolorata.
Anche se Obscuro era stato eliminato, dopo un periodo di apparente pace, dopo il ritrovamento dei Quattro Spiriti il seme malevolo aveva iniziato a germogliare nuovamente: troppo spesso infatti intrusi o mercenari cercarono di infiltrarsi nel suo mondo o nei pianeti vicini per rubarne le ricchezze, carpirne i segreti e incrinarne gli equilibri.
Agitata da queste tensioni, fece tuonare la sua regale voce, quando sentì il passo leggero di Fergan, concentrato nella sua ricerca: «Chi osa disturbare la quiete della foresta?».
Lo spirito rivelatore, senza voltarsi nella direzione dalla quale provenivano quelle parole, rispose pacatamente: «Non vorrei sembrare scortese, ma le sue grida stridono tra le foglie e i rami addormentati, i miei passi leggeri sono invece come una ninna nanna che concilia il sonno».
La sovrana, incuriosita dalla tranquillità che traspariva da quella risposta, si avvicinò in silenzio a Fergan, poi cercò di porre rimedio alla sua impulsività.
«Mi perdoni se in questa notte troppo lunga non ho saputo decifrare correttamente le sue intenzioni. Cosa che invece lei sembra aver fatto con me.»
Fergan si girò verso di lei, la guardò solo un istante per poi riabbassare lo sguardo.
«Ha perso la sua sicurezza? Perché ha rivolto di scatto i suoi occhi sulla fredda terra?»
«Ne è proprio sicura?» le rispose. «Vuole davvero che la guardi?»
Su insistenza di Spirya, Fergan decise di assecondare quel desiderio e alzò il capo per osservarla dritto in volto.

I suoi occhi, di un bianco quasi trasparente, incontrarono allora quelli di Spirya. La regina si sentì denudata di ogni suo piccolo segreto o remoto ricordo e questa sensazione le trasmise pace, come se la sollevasse in parte dalle sue preoccupazioni.
Dopo istanti interminabili, nei quali le loro anime erano connesse e parlavano un solo linguaggio, Fergan s’inginocchiò e perse la scioltezza dimostrata inizialmente.
«Divina generatrice, non immaginavo minimamente di trovarmi al suo cospetto, sono io a doverle porgere le mie scuse per l’arroganza e le parole poco rispettose che ho pronunciato.»
«Non so chi sia né da dove venga» gli rispose Spirya poggiandogli una mano sulla spalla. «Il suo dono è una benedizione, quindi non chini il capo, io le sono debitrice.»
Fergan si alzò e la guardò di nuovo, ed essa rimase abbagliata dai suoi occhi verde smeraldo. Gli chiese allora come questo fosse possibile dato che pochi attimi prima erano bianchi.
«Per leggere dentro un’anima, devo svuotarmi di quello che sono per accogliere ciò che è innanzi a me.»
Fu così che la creatrice trovò il suo amore, in una notte agitata, nella foresta antistante al palazzo reale.
Il loro legame cresceva di giorno in giorno e sembrava talmente forte da superare anche le prove più impervie. Fergan era spesso in viaggio, chiamato alla missione di allietare le anime in pena, mentre Spirya, attenta osservatrice, nel Mondo degli Spiriti e delle Divinità ne aspettava il rientro.
Mai un dubbio aveva offuscato il cuore di Fergan, che si prendeva cura della sua amata con attenzioni che neanche mille diamanti avrebbero potuto comprare.
Purtroppo, col passare del tempo, Spirya divenne profondamente inquieta; dopo aver creato ogni cosa, doveva accettare che gli avvenimenti seguissero il proprio corso.
Non le era consentito, infatti, di interferire con ciò che accadeva al di fuori del Mondo degli Spiriti e delle Divinità, dove regnava insieme all’amato. Questa la sacra legge alla quale anche lei doveva sottostare. L’assistere allo scempio procurato sulla Terra dalla stoltezza umana la faceva sentire impotente e frustrata, incapace ormai di ricorrere alla pazienza e alla compassione come aveva sempre fatto.

Non era più la stessa e questo non sfuggì al suo Fergan, che in lei non vedeva più la purezza e la luce che avevano fatto nascere il loro amore. Fu così che da uno dei suoi viaggi non fece più ritorno.






Ecco le tappe da non perdervi e tutti i blog in cui potete trovarle.
In bocca al lupo, Emiliano.

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Commenti

  1. Molto carina l'intervista! Ho letto il libro e mi è piaciuto

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