REVIEW PARTY "SOGNIAMO PIÙ FORTE DELLA PAURA" di Saverio Tommasi


Amici, oggi il blog ospita una delle tappe del REVIEW PARTY organizzato in occasione dell'uscita odierna di SOGNIAMO PIÙ FORTE DELLA PAURA di Saverio Tommasi. 

Una favola moderna che con ironia, dolcezza e un tocco di magia ci invita a non perdere la speranza di poter cambiare questo mondo malconcio.



Sogniamo più forte della paura

Saverio Tommasi

Collana: Pandora
Anno edizione: 2018
In commercio dal: 13 novembre 2018
Pagine: 220 p. Rilegato

Prezzo: 16.90€


Capita di rado di rendersi conto dell’ultima volta in cui si fa qualcosa. L’ultimo gelato dell’estate, l’ultimo abbraccio a un amico che poi muore o parte, l’ultima canzone che poi la serata finisce. Quando ancora vedeva le rondini volare in cielo a primavera, Filadelfia non sapeva che sarebbero state le ultime. Poi più niente. E neanche libellule, lumache, pesci nel fiume. Perché il mondo si era fatto grigio e sporco. Filadelfia ha sedici anni. Altissima, magra, cento soprannomi che le hanno rifilato i bulli della scuola, si è appena trasferita in una nuova città, in cerca di altri colori e di giorni meno difficili. Perché, nonostante tutto, ci prova a sognare più forte. È così che le ha insegnato suo nonno, che sa tante cose e sembra venuto, più che da un’altra epoca, da un altro pianeta. Lui, questo mondo in cui non ci si saluta più per risparmiare sulle parole e si ringhia davanti a una tastiera, non lo riconosce più. E non si dà pace per quegli alberi spogli e quel fiume logoro per gli scarichi della fabbrica di Ilvo, il principale imprenditore della zona. Il giorno in cui il nonno sparisce, tocca a Filadelfia mettersi alla sua ricerca. E si troverà a fare molto più di questo. Si batterà per salvare tutto ciò in cui crede, senza sapere se ce la farà, ma non avendo altra scelta che provarci.


Saverio Tommasi è nato e vive a Firenze. Diplomato all'Accademia d'Arte Drammatica dell'Antoniano di Bologna, ha lavorato in teatro per quasi deici anni. Tra le sue produzioni: La mafia (non) è uno spettacolo, scritto a quattro mani con Piero Luigi Vigna. Con Uguali a chi? Omocausto, un dramma dimenticato ha vinto il Premio Firenze per le Culture di PAce dedicato a Tiziano Terzani. È reporter di Fanpage.it. Nei suoi video affronta temi di grande attualità e sensibilità. È autore di Voltagabbana. I politicanti sbruffoni che hanno cambiato l'Italia. In peggio (Scipini, 2009), Gesù era ricco. Contro Comunione e Liberazione (Aliberti, 2013) e Siate ribelli, praticate gentilezza (Sperling & Kupfer, 2017)


Filadelfia è la protagonista del romanzo, sarà proprio lei a portarci con sé in questo viaggio magico. Una ragazza che sa amare, ascoltare e parlare, una gran chiacchierona! Ma soprattutto adoro conversare con suo nonno che per lei è una colonna portante.
Filadelfia trascorre la sua infanzia e adolescenza in un paesino sperduto, SPINTARELLA, che a detta di tutti non viene nemmeno segnato nelle cartine geografiche. Insomma, un luogo di poco conto dove non sono nati personaggi illustri. Già da qui possiamo capire il contesto in cui nasce e cresce la nostra protagonista e a quanto la vita di paese possa incidere inevitabilmente con le sue scelte.
Spintarelle non è di certo un Eden, ma Filadelfia impara con il tempo a volergli bene e a sentirsi a suo agio in campagna.
Dopo il primo anno di Liceo, però, Spinazzola diventa la nuova tappa, la nuova grande città in cui Filadelfia e la famiglia dovranno trasferirsi.

Premessa che il target a cui si rivolge l'autore è quello delle scuole medie/superiori, quindi rimane pur sempre un libro per ragazzi, volto allo spunto moraleggiante. Sulla base di questa informazione si può certo capire lo stile e linguaggio molto semplice e lineari che adotta Tommasi.



Ed è proprio a questo punto che entriamo nel focus della narrazione; il trasferimento implica la frequentazione di una nuova scuola e il dover creare necessariamente nuove amicizie.
Ogni aula aveva il nome di un fiore ed era formata da dodici ragazzi.
L'autore presenta i compagnetti della protagonista, i bambini speciali, Jacopo con la J, Rimini detta Mare. Insomma, tutti archetipi in cui ci possiamo riconoscere o in cui possiamo identificare i nostri ex compagni di banco.
Per non parlare poi del preside e degli insegnanti.



"Ed è strano il potere che possono avere le parole. La più grande arma di costruzione di massa, loro, le parole, possono ribaltare una prospettiva che sembrava segnata, mostrarti all’improvviso una porta dove eri sicuro ci fosse un muro. Non bisogna mai sottovalutare un sentimento, una richiesta di amicizia o una parola."


Esce fuori la personalità di Filadelfia, tanto fragile quanto forte, una ragazzina che iniziava le cose normali e poi le finiva a modo suo. E quelle stesse azioni diventavano originali.
Un focus sulla vita adolescenziale, sulle paure e i tormenti che affliggono i ragazzi che ormai sono entrati nella fase di pubertà.
E se mentre all'inizio la narrazione sembra procedere un po' lenta ecco il colpo di scena che cattura l'attenzione di Filadelfia, un evento stravolgerà la sua quotidianità.

La scomparsa del nonno segnerà una prova difficile per la nostra piccolina, non era mai stata abituata a non sentire il suo odore, il suo volto e le sue rughe. Così nel suo piccolo si armerà di gran coraggio per superare una prova importante.


Una storia delicata e forte allo stesso tempo, a sfondo moraleggiante.
Filadelfia riuscirà a superare le prove della vita e a diventare un'eroina?
"E in quei sessanta secondi Filadelfia pensò che quella, forse, sarebbe stata l’ultima volta in cui il nonno l’avrebbe tenuta in collo, perché lei aveva sedici anni e il nonno già tante rughe. E pensò che capita di rado di rendersi conto dell’ultima volta in cui si fa qualcosa. L’ultima volta in cui vedi qualcuno, che poi muore o parte. L’ultima volta in cui i genitori ti firmano la giustificazione a scuola, l’ultima volta in cui corri con il cane nel prato, prima che al cane prendano quei dolori che prendono alle zampe ai cani vecchi, e decida di non correre più."