Buongiorno readers! Come ogni giovedì rinnoviamo il nostro appuntamento settimanale con Paolo Costa! Ormai so che lo adorate, ed è sempre un piacere leggere i suoi articoli inerenti al mondo libresco e a tutte le sue sfaccettature/insidie. Siete pronti per un altro viaggio nella letteratura moderna? Oggi parleremo, in particolare, della narrativa per ragazzi e i temi che accomunano questi romanzi. Quindi bando alle ciance diamo la parola al nostro carissimo Paolo!
2. Essere Umani
Anche questo è un argomento che troviamo pochissime volte in letteratura, o almeno non in maniera così accentuata. Bisogna spesso scavare a fondo nei romanzi per vedere trattato un argomento simile, ma io mi sono innamorato di questo tema leggendo la trilogia de “La Quinta Onda” di Rick Yancey e da allora non smetto di pensarci.
Nel mondo creato da Yancey, i nostri personaggi si trovano spesso a riflettere su cosa significhi sopravvivere restando umani, mantenendo i propri valori e la propria cultura, mentre il mondo attorno a loro scompare tra le mani di creature che ancora non conoscono e che minacciano di rubare loro non soltanto i corpi, ma anche quel briciolo di anima che è rimasto nella Terra.
Nel corso dei romanzi, la linea che separa le due cose si fa sempre più sottile, ed anche il lettore si trova a dover riflettere assieme ai personaggi. Come si mantiene quel briciolo di umanità che ci resta per andare avanti? Come possiamo combattere qualcosa che si insinua nella nostra mente per rubarci l'anima? Come restare sé stessi?
Il tema è accennato in maniera diversa anche nella trilogia de “I Lupi di Mercy Falls” della fantastica Maggie Stiefvater, in cui il nostro co-protagonista Sam lotta costantemente per restare nel suo lato umano, quel lato che gli permette di riflettere e parlare, suonare, cantare e scrivere i propri testi, ma soprattutto amare la sua Grace che nel frattempo si sente sempre meno umana e sempre più adatta ad un mondo selvaggio fatto di lupi e lunghi inverni.
Spero di poter trovare un tema simile in altri libri, perché mi ha incuriosito moltissimo!
Per questo giovedì vi lascio in pace. Avrete una settimana per informarvi meglio su questi argomenti, o almeno su quelli che vi interessano, prima che io ve ne aggiunga altri!
E dunque appuntamento al prossimo giovedì, sperando di trovarvi tutti lì a leggermi e commentare assieme a me!
Altro giovedì, altra corsa e altro #ThursdayInBooks!
Oggi andremo sempre più a fondo nei romanzi, in particolare nella narrativa per ragazzi, esplorandone i temi che più li rendono simili tra loro, ma soprattutto quei temi che stanno emergendo da poco e ancora rari nel mondo della letteratura moderna.
Inizierei subito da quest'ultima categoria, presentandovi un paio di tematiche che reputo fondamentali per la crescita di un giovane, che ho incontrato pochissime volte nei romanzi che ho letto, spingendomi a cercare di più in altre storie.
Dividerò questa mia riflessione in tre appuntamenti, così da non dilungarmi troppo e da poter approfondire come si deve i temi che più mi stanno a cuore.
Oggi andremo sempre più a fondo nei romanzi, in particolare nella narrativa per ragazzi, esplorandone i temi che più li rendono simili tra loro, ma soprattutto quei temi che stanno emergendo da poco e ancora rari nel mondo della letteratura moderna.
Inizierei subito da quest'ultima categoria, presentandovi un paio di tematiche che reputo fondamentali per la crescita di un giovane, che ho incontrato pochissime volte nei romanzi che ho letto, spingendomi a cercare di più in altre storie.
Dividerò questa mia riflessione in tre appuntamenti, così da non dilungarmi troppo e da poter approfondire come si deve i temi che più mi stanno a cuore.
1. L'importanza di un ricordo
Questo è uno dei temi più rari che io abbia incontrato negli ultimi anni. Pensate che, per la prima volta, lessi qualcosa al riguardo soltanto l'anno scorso grazie a “The Program” di Suzanne Young e quest'anno con “Absence” di Chiara Panzuti.
I ricordi sono parte fondamentale di queste due storia, soprattutto perché in “The Program” questi vengono abilmente cancellati e manipolati, al solo scopo di cambiare una persona e cancellarne la tristezza e i ricordi pericolosi. Eppure, sono proprio i ricordi tristi a renderci le persone che siamo, facendoci crescere e maturare con più attenzione e consapevolezza. La nostra protagonista, Sloan, lo sa bene e lotta affinché i suoi ricordi restino a galla e non la trasformino in qualcosa che non è.
Anche in “Absence” i ricordi giocano un ruolo fondamentale, dal momento che i nostri personaggi si sentono inesistenti e inconsistenti quando vengono posti davanti allo schiacciante fatto che tutti, nel mondo intero, si sono dimenticati di loro e della loro esistenza. Eppure, grazie alla loro voglia di esistere e lasciare la loro traccia nel mondo, i ragazzi vivono e rivivono i loro ricordi ogni giorno, quasi come se fossero delle ancore in grado di mantenerli ancora perfettamente umani.
E in fondo, dopotutto, non è a questo che servono i ricordi? A renderci umani, esistenti, perfetti così come siamo?
Questo è uno dei temi più rari che io abbia incontrato negli ultimi anni. Pensate che, per la prima volta, lessi qualcosa al riguardo soltanto l'anno scorso grazie a “The Program” di Suzanne Young e quest'anno con “Absence” di Chiara Panzuti.
I ricordi sono parte fondamentale di queste due storia, soprattutto perché in “The Program” questi vengono abilmente cancellati e manipolati, al solo scopo di cambiare una persona e cancellarne la tristezza e i ricordi pericolosi. Eppure, sono proprio i ricordi tristi a renderci le persone che siamo, facendoci crescere e maturare con più attenzione e consapevolezza. La nostra protagonista, Sloan, lo sa bene e lotta affinché i suoi ricordi restino a galla e non la trasformino in qualcosa che non è.
Anche in “Absence” i ricordi giocano un ruolo fondamentale, dal momento che i nostri personaggi si sentono inesistenti e inconsistenti quando vengono posti davanti allo schiacciante fatto che tutti, nel mondo intero, si sono dimenticati di loro e della loro esistenza. Eppure, grazie alla loro voglia di esistere e lasciare la loro traccia nel mondo, i ragazzi vivono e rivivono i loro ricordi ogni giorno, quasi come se fossero delle ancore in grado di mantenerli ancora perfettamente umani.
E in fondo, dopotutto, non è a questo che servono i ricordi? A renderci umani, esistenti, perfetti così come siamo?

Anche questo è un argomento che troviamo pochissime volte in letteratura, o almeno non in maniera così accentuata. Bisogna spesso scavare a fondo nei romanzi per vedere trattato un argomento simile, ma io mi sono innamorato di questo tema leggendo la trilogia de “La Quinta Onda” di Rick Yancey e da allora non smetto di pensarci.
Nel mondo creato da Yancey, i nostri personaggi si trovano spesso a riflettere su cosa significhi sopravvivere restando umani, mantenendo i propri valori e la propria cultura, mentre il mondo attorno a loro scompare tra le mani di creature che ancora non conoscono e che minacciano di rubare loro non soltanto i corpi, ma anche quel briciolo di anima che è rimasto nella Terra.
Nel corso dei romanzi, la linea che separa le due cose si fa sempre più sottile, ed anche il lettore si trova a dover riflettere assieme ai personaggi. Come si mantiene quel briciolo di umanità che ci resta per andare avanti? Come possiamo combattere qualcosa che si insinua nella nostra mente per rubarci l'anima? Come restare sé stessi?
Il tema è accennato in maniera diversa anche nella trilogia de “I Lupi di Mercy Falls” della fantastica Maggie Stiefvater, in cui il nostro co-protagonista Sam lotta costantemente per restare nel suo lato umano, quel lato che gli permette di riflettere e parlare, suonare, cantare e scrivere i propri testi, ma soprattutto amare la sua Grace che nel frattempo si sente sempre meno umana e sempre più adatta ad un mondo selvaggio fatto di lupi e lunghi inverni.
Spero di poter trovare un tema simile in altri libri, perché mi ha incuriosito moltissimo!
3. Il Bene e il Male
Adesso penserete che io sia scemo, dal momento che questo tema è trattato in praticamente qualsiasi romanzo, soprattutto nei distopici e nei fantasy. Grazie a Dio non sono ancora totalmente scemo e vi parlerò del modo in cui viene trattato questo argomento.
Anche la linea tra il bene e il male è molto sottile, ma soprattutto confusa, dal momento che non si è sempre soltanto buoni o soltanto cattivi. Il concetto dello yin e dello yang vi dice niente? Quella punta di bianco sul nero e del nero sul bianco?
Bingo, miei cari lettori. Si tratta proprio di questo, dopotutto!
Esempio perfetto per un tema simile è la trilogia de “L'Accademia del Bene e del Male” di Soman Chainani, che riprende alcuni aspetti tipici delle fiabe e ci gioca senza porsi dei limiti, cambiando le carte in tavola e il carattere di certi personaggi che conosciamo bene. È così che i buoni diventano malvagi, mentre le anime più oscure nascondono la giusta dose di tenerezza adatta a diventare vere e proprie regine, e questo lo sanno bene le due amiche Agatha e Sophie, trascinate in Accademia ma finite nel posto sbagliato. O forse, il posto più adatto alla loro vera natura.
“Questo Canto Selvaggio” di Victoria Schwab è un altro esempio perfetto per questo argomento, dal momento che ci permette di vedere i mostri in maniera diversa ed entrare nella loro mente, rendendoli perfettamente umani come noi e trasformando gli uomini nei veri mostri che sono, capaci di scatenare guerre e spargere sangue senza motivo.
Questo tema è veramente ampio e, se trattato nel modo giusto, può far riflettere qualsiasi lettore. Si è sempre totalmente buoni? È sbagliato essere cattivi, o quanto meno avidi ed egoisti? Qual è veramente la linea tra giusto e sbagliato, se esiste?
Adesso penserete che io sia scemo, dal momento che questo tema è trattato in praticamente qualsiasi romanzo, soprattutto nei distopici e nei fantasy. Grazie a Dio non sono ancora totalmente scemo e vi parlerò del modo in cui viene trattato questo argomento.
Anche la linea tra il bene e il male è molto sottile, ma soprattutto confusa, dal momento che non si è sempre soltanto buoni o soltanto cattivi. Il concetto dello yin e dello yang vi dice niente? Quella punta di bianco sul nero e del nero sul bianco?
Bingo, miei cari lettori. Si tratta proprio di questo, dopotutto!
Esempio perfetto per un tema simile è la trilogia de “L'Accademia del Bene e del Male” di Soman Chainani, che riprende alcuni aspetti tipici delle fiabe e ci gioca senza porsi dei limiti, cambiando le carte in tavola e il carattere di certi personaggi che conosciamo bene. È così che i buoni diventano malvagi, mentre le anime più oscure nascondono la giusta dose di tenerezza adatta a diventare vere e proprie regine, e questo lo sanno bene le due amiche Agatha e Sophie, trascinate in Accademia ma finite nel posto sbagliato. O forse, il posto più adatto alla loro vera natura.
“Questo Canto Selvaggio” di Victoria Schwab è un altro esempio perfetto per questo argomento, dal momento che ci permette di vedere i mostri in maniera diversa ed entrare nella loro mente, rendendoli perfettamente umani come noi e trasformando gli uomini nei veri mostri che sono, capaci di scatenare guerre e spargere sangue senza motivo.
Questo tema è veramente ampio e, se trattato nel modo giusto, può far riflettere qualsiasi lettore. Si è sempre totalmente buoni? È sbagliato essere cattivi, o quanto meno avidi ed egoisti? Qual è veramente la linea tra giusto e sbagliato, se esiste?
Per questo giovedì vi lascio in pace. Avrete una settimana per informarvi meglio su questi argomenti, o almeno su quelli che vi interessano, prima che io ve ne aggiunga altri!
E dunque appuntamento al prossimo giovedì, sperando di trovarvi tutti lì a leggermi e commentare assieme a me!
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