INDOMABILE FRIDA - LE PILLOLE D'ARTE DI MARTINA CASATI



Le pillole d’arte di Martina Casati

Indomabile Frida

Frida Kahlo GIFEccoci qui! Lei la conoscete tutti, naturalmente: è Frida Kahlo, l’artista messicana che dipingeva i propri autoritratti sdraiata sul letto con uno specchio sistemato davanti, perché costretta all’immobilità dall’orrendo incidente subito a 18 anni. Già, quel giorno l’autobus su cui viaggia viene travolto da un tram e lei si ritrova – da fanciulla spensierata con i libri sotto al braccio – come un vaso caduto dal terzo piano: tre fratture alla colonna vertebrale, undici alla gamba sinistra, una serie di fratture alle costole e, come se non bastasse, un corrimano che le entra da un fianco e le esce dal ventre (causa dei ripetuti aborti che soffrirà).
Lei è quella a cui dovremmo pensare tutte le volte che la giornata ci si prospetta pesante e non abbiamo voglia di alzarci.
Ma – passando alla frivolezza, giusto per alleggerire un po’ – anche quella a cuidovremmo pensare quando abbiamo il morale sotto i tacchi perché la piega ai capelli non è venuta bene e perché quei tre giorni di viaggio di lavoro ci hanno lasciato addosso un paio di chili, le caviglie gonfie e due maledetti brufoli. Ma lo sapete che lei, con quella faccia dura, lo sguardo gelido, le sopracciglia cespugliose e il corpo sofferente – martoriato da trentadue operazioni chirurgiche in 47 anni di vita – ha avuto più amanti della maga Circe? A cominciare dal pittore più osannato di tutto il Messico, Diego Rivera (brutto come un leone marino, sì, ma pieno di donne), sposato ben due volte, per passare a Leone Trotsky e André Breton,giusto per fare due nomi da niente. E donne anche, sì, perché la sensualità di Frida non aveva limiti.
Una forza vitale che ha riportato, pennellata dopo pennellata, nei suoi quadri. Un po’ monotoni, dite? Be’, non è che avesse molti soggetti a disposizione, poverina. Però guardate i suoi dipinti nel dettaglio. Guardate Le due Frida, con il cuore esposto, frutto di un momento in cui lei si sente spaccata in due dall’amore per Diego e dal disprezzo verso i suoi tradimenti; guardate Il cervo ferito, dove i dolori fisici diventano frecce nel corpo di un animale cacciato ma anche – per certi versi – di un San Sebastiano pagano. E guardate la natura rigogliosa, terribilmente sensuale, di Autoritratto con collana di spine e colibrì. Lei ha preso la lezione del surrealismo, l’ha mescolata con una bella dose di cromie messicane e ne ha fatto il condimento di una spietata indagine sull’identità femminile. Lei, femminista ante litteram, orgogliosa di sé, spavalda e indomabile nonostante un corpo che non le ha mai obbedito.

E se avete voglia di vedere dal vivo i suoi lavori, sono a Milano, al Mudec, fino al 3 giugno.

Martina Casati è la protagonista di Arte, amore e altri guai, di Alessandra Redaelli, Newton Compton Editori, Roma 2017.

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